La gravidanza, il parto e il post-parto rappresentano un momento delicato e di rischio per le disfunzioni del pavimento pelvico e della parete addominale.
Immediatamente dopo il parto per la donna ha inizio un periodo definito “puerperio” durante il quale il suo corpo va incontro ad una serie di modifiche che tendono a ristabilire le condizioni in essere prima della gravidanza.
Questi adattamenti fisiologici durante il post-parto riguardano vari sistemi: circolatorio, ormonale, osteo-articolare e uro-genitale.
Ad esempio, a livello circolatorio le pareti venose, che in gravidanza erano più elastiche, recuperano il proprio tono, con una riduzione della pressione venosa. Ci sarà per questo una regressione delle vene emorroidali e delle varicosità degli arti inferiori.
A livello genitale, l’utero si riduce notevolmente, in maniera progressiva, mediante un meccanismo detto di “involuzione uterina” (nelle prime tre settimane dal parto).
A livello dell’apparato osteo-articolare i legamenti e tessuti connettivi recuperano la loro forza tensiva. Durante la gravidanza, per aumento dei livelli dell’ormone relaxina, si verifica un aumento dell’ elasticità a livello dei tessuti. Questo però espone le articolazioni a lassità e alle tipiche sindromi infiammatorie in gravidanza (lombalgia, sindrome del dolore sacroiliaco o della sinfisi pubica) o alla sindrome da intrappolamento del nervo mediano.
Nella fase puerperale i tessuti connettivi recuperano turgore e le sindromi tipiche migliorano.
Sempre durante la gravidanza si verificano importanti cambiamenti a livello posturale per favorire l’aumento del volume addominale: c’è un aumento della lordosi lombare e cervicale e una anteriorizzazione della linea di gravità con apertura della base di appoggio e iperestensione a livello delle ginocchia.
Nella fase puerperale questo assetto dovrebbe ritornare alle condizioni fisiologiche, ma questo non sempre accade.
Sarà importante lavorare sulla postura, anche perché, per favorire l’allattamento, la donna sarà costretta ad assumere posizioni non congrue.
Inoltre l’aumento della lordosi lombare durante la gravidanza favorisce l’iperpressione a livello della parete anteriore dell’addome, del bacino e del perineo, predisponendo alla diastasi, all’incontinenza o al prolasso.
Intervenire tempestivamente nel post-parto con un approccio mirato è fondamentale per favorire un recupero fisiologico e il benessere della donna.
Grazie alla tecnologia INDIBA, è possibile intervenire nelle prime fasi del puerperio, cioè a partire da quando la donna ritorna a casa, per agire su:
- episiotomia e lacerazioni perineali: l’episiotomia consiste nell’incisione chirurgica del perineo e della parete posteriore della vagina per allargare l’orifizio vaginale e favorire il passaggio del feto. Sia l’episiotomia che la lacerazione perineale causano una lesione del tessuto, con conseguente dolore, alterazioni della sensibilità e/o aderenze. A seconda del grado di lacerazione, si avranno problematiche più o meno importanti: lacerazioni di grado elevato possono portare anche ad incontinenza fecale. Intervenire tempestivamente significa far cicatrizzare nel migliore dei modi la zona al fine di evitare conseguenze spiacevoli e favorire un pronto recupero.
- incontinenza urinaria, da sforzo: il parto è un evento traumatico sia per i sistemi di contenzione attivi, cioè muscolari (ad esempio ci può essere un danno a livello dei muscoli del pavimento pelvico), sia dei meccanismi di contenzione passiva, cioè fasciali. Tuttavia anche la donna che partorisce con con taglio cesareo non è esente da incontinenza da sforzo successiva. Questo accade perché durante la gravidanza l’aumento di volume, e quindi del peso, a livello addominale, si ripercuote sui sistemi muscolari e fasciali che governano la stabilità del perineo. In effetti durante la gravidanza si realizza una discesa di 2,5 cm del diaframma perineale. Nel post-parto sarà necessario riattivare i meccanismi di contenzione alterati dal parto.
- prolasso degli organi pelvici (vescica, utero, retto): come conseguenza di quanto citato, si potrà manifestare la discesa degli organi pelvici (cistocele, istocele e rettocele).
- disfunzioni sessuali: al di là della interferenza ormonale (la secrezione della prolattina inibisce il desiderio sessuale), spesso la donna nel puerperio vive la sessualità in maniera contrastata anche per la forte componente di dolore determinato dalla episiotomia o dalla lacerazione, o dal persistere delle emorroidi, espressione di una congestione della zona pelvica che tarda a recuperare. Diminuire il dolore e l’infiammazione sarà il primo passo verso il recupero di una sana dimensione sessuale.
- diastasi addominale: consiste nella separazione dei due muscoli retti dell’addome a causa dell’eccessivo stiramento della parete addominale. Solitamente dopo i 3 mesi di gravidanza i retti addominali perdono la loro capacità di contrazione e contenimento; a questo si associa, da una parte, l’aumento della pressione interna, esercitata dall’utero in accrescimento, dall’altra, l’aumento dell’elasticità dei tessuti connettivi sotto l’influenza ormonale. Questi ed altri fattori possono predisporre alla separazione dei muscoli retti. In caso di diastasi addominale sarà indispensabile intervenire prioritariamente per migliorare il trofismo del tessuto connettivo, stimolando la produzione di collagene ed elastina.
Oltre al trattamento tempestivo con Tecarterapia INDIBA, in una fase successiva sarà indispensabile ripristinare una postura ottimale e una buona elasticità della muscolatura del pavimento pelvico.
Il trattamento sarà in funzione delle esigenze specifiche di ciascuna donna e potrà consistere in sedute di Osteopatia, Rieducazione posturale globale, Terapia manuale del pavimento pelvico, esercizi di rinforzo muscolare e Ginnastica Ipopressiva.